Opera

– Johan Stephenson, 43 anni, livello 3, politico di professione, trafficante per passione. Guarda queste foto: Qui è a pranzo con i delegati della: “TR Pharma”, qui se la ride mentre infila la mano sotto la gonna di una cameriera e qui invece prende a schiaffi un “Bandonato” con i ferri ai piedi. Si direbbe proprio il tuo tipo eh Ginger? –

– Che gran figlio di Jorta! Non vedo l’ora di farlo fuori, i Terzi tutti uguali, disgustosi. Hai già in mente come procedere Larry?. –

Larry girò lo sguardo verso ginger; si chiese ancora una volta come quel ragazzo riuscisse a stare in piedi. Era alto all’incirca 168cm, corporatura scheletrica, dal suo aspetto si potevano capire due cose: che aveva dei problemi con il cibo e si imbottiva di Luterofarmaci. Ciononostante riusciva a mantenere un atteggiamento composto, tranne in alcune occasioni in cui gli capitava di avere degli scatti d’ira, probabilmente un’effetto collaterale delle droghe.

Contrariamente al ragazzo, lui invece era un’uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati, indossava un’impermeabile logoro di finta pelle, andava in giro a vantarsi del suo quoziente intellettivo, ma tutti nel mondo criminale sapevano che era un farlocco. Larry era un giocatore d’azzardo, gli piaceva rischiare, fare il passo più lungo della gamba, di batoste ne prese tante, ma nonostante ciò voleva sempre continuare per la sua strada. Era proprio un stupido testardo.

– Stando a quei lakhshmit di Offgrid, i suoi spostamenti sono ben sorvegliati, ma oggi dovremmo avere una possibilità. Vedi qui sulla cartina? Il Gran Rubles Hotel è il punto di partenza, da qui la sua macchina dovrebbe passare per Jefferson Street per poi girare su Icarus boulevard e finire all’ Opera House dove rimarrà per ben 3 ore, oggi danno Tourandot. –

– Tourandot? E che cos’è? –

– Sempre il solito ignorante! Tourandot è un opera lirica, che risale agli anni 20′ del millenovecento, ma che ne vuoi sapere tu, che ti sei istruito con le cassette dell’ISB. –

– E questo che diavolo c’entra? Non rompermi. –

– Dai che scherzavo! Però ora concentrati, una volta entrato, Stephenson si dirigerà alla balconata riservata ai Terzi e la sicurezza sarà ermetica. Il piano è questo, Ti ricordi del riccastro Jameson? Sono riuscito a sottrargli una valigia piena di vestiti e gioielleria varia. –

– Impossibile! Come cavolo hai fatto? –

– Ginger, caro mio, non dico per vantarmi ma sono un maestro in quello che faccio. –

– Non potremmo semplicemente vendere questa roba? Dovranno valere un sacco di Brilli! –

– Ti rendi conto di quello che dici? Se riuscissimo nel nostro colpo, altro che vestiti usati di qualche ricco vecchiaccio! Caro mio ci potremmo trasferire ai piani alti! Già mi immagino in piscina al centotrentesimo piano del palazzo Rubles, uhh che meraviglia!. –

– Non starai sognando un po’ troppo?. –

– Uffa! Va bene torniamo al piano. Mi vestirò con gli abiti di Jameson, mi dirigerò verso l’entrata per i “Terzi” fingerò un problema al biglietto elettronico e cercherò di distrarre la guardia all’ingresso, nel frattempo tu, minuto come sei, ti calerai nel condotto di areazione e seguendo questo percorso arriverai allo spogliatoio dei servi. Qui metterai la loro uniforme e ti dirigerai verso la balconata di Stephenson, dove gli offrirai un ” Omaggio della casa”, ovvero un bicchiere di Bourbon speziato al polonio. Accertati che lo beva, dopodiché cerca di uscire come se nulla fosse, non dovrebbe essere difficile, dopotutto sarai vestito come uno dei servi. Tutto chiaro? –

– Ti dico la sincera verità vecchiaccio, il piano non è male ma il mio istinto dice che c’è qualcosa di strano. Sei sicuro che si berranno la tua scenata? –

– Ginger per favore, sono anni che affino le mie abilità per un colpo come questo, so gestire la cosa. Offgrid inoltre ha un’agente all’interno, ma interverrà solo in caso di estrema necessità e non potrà portare a termine il compito da solo, sarai tu a dover finire Stephenson. –

– Se lo dici tu… Ma perchè proprio io? E poi come faccio a sapere chi è l’infiltrato di Offgrid? –

– Non ne ho idea, loro mi hanno esplicitamente raccomandato di dirti ciò. Comunque non ti preoccupare, il tizio sa che aspetto hai, si farà certamente vivo lui per primo. –

Quattro ore dopo Stephenson uscì dall’hotel.

– Ginger sveglia è ora di andare! –

– Ancora 2 minuti dai! –

Con un ceffone Larry rimise in ordine Ginger, il quale non senza riluttanza si mise a sedere. Larry accese il motore e cominciò a seguire la Limousine di Stephenson, voleva accertarsi delle informazioni di Offgrid.

Arrivarono all’Opera House e si misero all’azione, tutto sembrava andare per il verso giusto, Larry vestito con un vecchio pellicciotto di Jameson e con fin troppi gioielli indosso, si diresse all’entrata delle balconate, dove venne fermato dalla guardia all’ingresso.

– Signore mi spiace ma questa entrata è riservata ai Terzi –

– Secondo lei io che sono? Non ho certo tempo da perdere con dei gorilla come lei, mi faccia entrare. –

– Mi faccia vedere il biglietto allora. –

– Lei mi chiede il biglietto? Come osa! Io sono L’illustrissimo ingegnere avvocato De Marchis! Non devo dare conto di nessuno! –

– Senta per favore, se non può presentare un biglietto le chiedo cortesemente di andarsene, questo è l’ultimo avvertimento. –

Altri Terzi facoltosi si avvicinarono infastiditi dallo schiamazzo.

– Vede?! lei mi fa fare brutta figura con i miei pari! Io la rovino! –

Il buttafuori perse la pazienza e sferrò un colpo con la sua mano robotica sulla guancia di Larry, il quale, senza abbandonare la parte, come un vero professionista, cadde a terra molto teatralmente.

Nel frattempo Ginger si intrufolò nel condotto di areazione, scese nello spogliatoio e come da copione si mise il completo da servo, andò in cucina, dove un grosso cuoco, attento alla cottura di una brodaglia artificiale, lo vide ed esclamò:

– E tu chi saresti? Non ti ho mai visto da queste parti! –

– Ehh… Certo che non mi hai visto, sono nuovo e oggi è il mio primo giorno.-

– Ah si? E chi ti ha assunto sentiamo? –

Messo alle strette Ginger decise di usare la sua parlantina.

– Il problema è che non sono stato assunto direttamente da voi ma da un’agenzia esterna, non so con chi abbiano parlato ma se vuole posso darle il contatto del mio datore di lavoro! Non credo che lui sia molto contento della telefonata però, pensi che lui al momento è qui a godersi l’opera, ma se vuole lo chiamo immediatamente.-

– No.. No.. va bene ragazzo lascia stare, meglio non inimicarsi un livello tre. Mi raccomando fai attenzione quando esci con il brodetto, è tremendamente caldo! –

Ginger annuì e si diresse al bancone del bar, versò un bicchiere di Bourbon e molto accuratamente spezzò la provetta speciale di Larry nel bicchiere, sembrava non contenesse nulla, ma la dose di polonio necessaria ad uccidere è di qualche microgrammo, quindi aveva senso. Si guardò intorno, tutti stregati dallo spettacolo, nessuno lo aveva visto e cosi come se nulla fosse si diresse verso la balconata di Stephenson.

– Hey Ragazzo!” Fece un signore da una balconata, “portami quattro Manhattan e un rum invecchiato! –

– Signore non posso farlo – replicò infastidito Ginger.

– E perchè non puoi? sentiamo!- disse il signore, che a guardarlo bene era molto simile a Stephenson, sulla sessantina, grassoccio, calvo, lo stereotipo del politico da quattro Brilli. Ginger rise tra se.

– Mi spiace Signore, sono il maggiordomo personale di Johan Stephenson, mi hanno esplicitamente detto di non parlare con nessun’altro. –

– A me non interessa un fico secco di quello che dicono gli altri! Stephnenson non è altro che uno squallido portaborse, Io sono molto più importante di lui. Portami quello che ti ho chiesto servo! Già che ci sei dammi quello che hai in mano! –

Ginger sentì che stava per avere un’attacco di ira, proprio adesso, nel momento più sbagliato.

– Sei ancora li impalato schiavo? Muoviti! Con la sete che ho non posso godermi lo spettacolo. –

Sentiva gli occhi degli altri facoltosi puntati su di lui, non poteva finire così. Con estrema riluttanza Ginger porse il drink speziato al signor grassotto.

– Omaggio della casa – disse cercando di contenersi. Consegnato il drink, si diresse negli spogliatoi.

Non sapeva che fare, il drink al polonio di Stephenson lo aveva ceduto ad un’altro! Perchè lo aveva fatto? La tensione nervosa era alle stelle, non sapeva che fare dannazione!

Nel frattempo Larry capitombolato giù i gradini mise in atto la seconda parte del suo piano, ignaro di quello che stava succedendo in galleria.

Oh Cielo! Oh Santi numi! Che Icarus mi abbia in gloria – disse con la stessa enfasi di un drammaturgo in scena. – Il buttafuori non vuole fare entrare me, L’illustrissimo Ingegnere Avvocato De Marchis! Come si permette lei? Che è buono solo ad usare il fisico per il suo lavoro! Lei non è altro che un mulo da soma! E come un mulo lei è anche un Ignorante! –

Il buttafuori non sembrava scalfito da queste perfide ingiurie. Decise così Larry di adottare misure drastiche.

– Senta per favore mi faccia entrare, lo vuole questo anello? Era della mia cara proprozia Genoveffa venuta dalla lontana terra oltre B.City, questo è un vero tesoro! cento per cento vero… –

Nello spogliatoio Ginger ebbe un’idea, avrebbe aspettato la fine del primo atto e poi si sarebbe appostato vicino l’ingresso del bagno, senza dare nell’occhio, per poi andare dietro Stephenson e tagliarli la gola.

Si ricompose e si diresse verso la porta, non appena gli si fermò accanto, si concluse il primo atto e vide Stephenson alzarsi dalla poltrona per dirigersi in bagno. Come previ…

– Lei che ci fa qui mi scusi? –

Ginger pietrificato si girò a scatti verso il suo interlocutore, era una guardia che faceva su e giù per il corridoio.

– ehmm sono…. Lo schiavo designato ai bagni! – Rispose Ginger dubbioso.

– Non ho mai sentito di schiavi designati ai bagni e comunque tu non hai il badge come gli altri, come me lo spieghi questo? –

– Ecco io… ehmm… Sono… Il servopersonaledi Stephenson?! – disse a mezza bocca, cercando di farlo sembrare come una cosa ovvia.

– Si ma non si spiega l’assenza del badge. –

– Ah me lo chiedo anche io, sa a volte non riesco a riconoscermi persino io allo specchio senza il badge ahaha!-

La guardia lo squadrò, qualcosa non gli tornava, ma non poteva metterci la mano sul fuoco. Le guardie non erano l’incarnazione della furbizia.

– D’accordo ti credo, ma ti tengo d’occhio.-

Pericolo scampato, via libera, stava per aprire la porta quando improvvisamente dal bagno uscì Stephenson, la guardia lo aveva trattenuto troppo! Era saltata anche quell’occasione maledizione!

Quasi sul punto di crollare Ginger fuggì ancora una volta negli spogliatoi si chiese dove diavolo fosse il contatto di offgrid, perchè non gli ha dato una mano? Poteva distrarre la guardia, passargli un’altro veleno o fare qualsiasi cosa! Sapeva che non poteva concedersi il lusso di impazzire, ma la pressione era alle stelle. Per cercare di calmarsi infilò la testa sotto l’acqua fredda ma non ebbe l’effetto desiderato. Una volta asciugatosi usci ancora una volta dallo spogliatoio con direzione Stephenson, ma oramai era cominciato il secondo atto e non aveva il tempo di aspettare. Decise di fare l’ultimo disperato tentativo, o la va o la spacca. Si avvicinò alla poltrona di Stephenson, era a qualche centimetro dalla sua poltrona, sentiva il suo fiato rimbalzare dalle sue spalle quando…

– Pss hey tu! –

Ginger si girò e vide un’ altro schiavo che gli faceva cenno di andare in cucina, dove il cuoco disse:

– Forza c’è da distribuire il brodetto di pesce, devi uscire con questi piatti, fai attenzione all’ordine in cui i piatti sono disposti. –

Ginger notò che il suo carello delle pietanze era carico con cinque piatti, di cui quattro erano disposti a formare un quadrato mentre il quinto che sembrava anche più bello era al centro. Non riusci a pensare ulteriormente che il cuoco lo interruppe.

– Su forza! Cosa fai lì impalato muoviti Servo! –

Ormai non c’era più nulla da fare era incastrato in questo lavoro, è stato talmente un bravo attore che si erano bevuti la storia del servo senza badge personale di Stephenson, stando al piano a quest’ora sarebbe dovuto uscire e Larry lo starà già aspettando fuori.

– Oh Dannazione! – esclamò sotto voce Ginger e con il suo carrellino si diresse verso le balconate.

– Ah quasi dimenticavo Servo, dovrai servire le pietanze in ordine di rango a cominciare dal più alto, cioè Stephenson. Ovviamente dovrai servirgli il piatto più bello, quello al centro e se volesse pagare digli che è un omaggio della casa.

Omaggio della casa! Il segnale! Ginger si girò di scatto ma ormai dietro di lui non vi era più nessuno. Quei Lakshmit di Offgrid ne sanno una più del diavolo.

Nel frattempo Larry, contuso ed acciaccato era fuori nel cortile del teatro, si chiedeva che sorte avesse avuto Ginger e se il piano avesse funzionato.

Nell’attesa aprì il pellicciotto e prese una sigaretta, un lusso per quei tempi. La Rubles Pharma vietò le sigarette ormai qualche anno fa, così Larry centellinò ogni singola boccata di quell’ultimo pacco, voleva fumare l’ultima con Ginger, ma di lui non sapeva nulla. Si mise la sigaretta in bocca, prese l’accendino e improvvisamente il tombino di fianco a lui si mosse.

Spaventato Larry si alzò, ma dal tombino usci una figura gracilina e sporca di melma. Era Ginger!

– Sei porprio un gran figlio di Jorta tu eh?! E pensare che ero anche in pensiero!-

– Per l’anima di Icarus, che nottattaccia! Filiamocela presto! Ho fatto mangiare a quel Lakshmit una bella zuppa fatta in casa ed adesso dovrebbe già sentirne i benefici-

I due si diressero verso un luogo sicuro ma non troppo distante, volevano godersi lo spettacolo di luci delle ambulanze, si arrampicarono su un’ impalcatura che dava vista sull’entrata del teatro.

– E così è fatta ragazzo…-

– Eh si vecchiaccio, non vedo l’ora di usare quei soldi per i fattacci miei, ancora non capisco perchè tu voglia diventare come loro-

-Oh ma io non voglio diventare come loro, voglio solo vivere la mia vita a mio agio, per una volta, fuggire da quello che mi circonda, sono stanco ormai, questa vita non fa più per me, vorrei finalmente ritirarmi e magari fuggire da questo buco nero di città.-

– Ti capisco, un giorno spero anche io di potermene andare. –

E così rimasero a guardare le luci che mano a mano si avvicinavano all’entrata del teatro, ignari che una figura dietro di loro li stava osservando.

Dopo una lunga pausa, miei cari lettori, sono tornato,

un abbraccio e mi raccomando, stay offgrid.

– Grey

il racconto è stato concepito il 28 dicembre 2020

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *