
– Robert sei sicuro di questo?
– Senti, te lo dico per l’ultima volta, Il ragazzo era perfetto per la macchina. Sappiamo che: il giorno 3/03/2865, nasce in una clinica a gettoni della catena: “Mamma Robot”, oggi compie 25 anni e le sue potenzialità cerebrali sono strabilianti. I dati del fascicolo parlano chiaro.
– Di che dati stiamo parlando? Non ho ancora visto niente, com’è possibile?
– Il sovrintendente li ha secretati, ma l’incarico indovina a chi l’ha dato? eh si! Al sottoscritto, quindi mi sono permesso di dargli una sbirciatina.
– Tu sei un matto, se ti scopre sono guai bei grossi.
– A differenza tua, caro mio, io non ho paura del sovrintendente, sarà anche grosso, pesante e con occhi di ghiaccio che ti gelano il sangue appena gli volgi lo sguardo, ma credo che sia solo una farsa, sotto quel pancione per me c’è un uomo qualunque.
– Secondo me ti sbagli, ammetti tu stesso che ti gela il sangue…
– Sta zitto Robert non vuoi sapere come va a finire la storia?
– Ok ok! Continua pure.
– *Ehm ehm*. Nel fascicolo era riportato che Il sovrintendete G. trovò il nascituro nella culla di polipropilene in dotazione standard della clinica. L’orario registrato dalla cabina, indicava che il parto era avvenuto un’ ora prima. Della madre non vi era traccia ma il neonato non piangeva. Il suo sguardo era tagliente, vigile, sembrava già in grado di comprendere ciò che accadeva intorno a lui, il che era surreale. Ora, sai bene che secondo la legge, tutti i neonati abbandonati devono essere denunciati e spediti all’ISB dove vengono istruiti basilarmente come dei livelli 1, pena la galera e una multa salatissima. Il sovrintendente, furbo, decise di correre il rischio, percepiva infatti un qualcosa nel piccolo, che lo rendeva straordinario. Quindi lo prese, lo avvolse nel suo impermeabile e andò di corsa al suo laboratorio. All’epoca era in uno scantinato dietro Sacred Hill Blvd., un posto di merda mi sento di dire ma all’epoca non vi era molta scelta. Arrivati nel laboratorio, il ragazzo venne collegato alla prima versione della macchina EVR e con grande stupore ne quintuplicò la potenza di calcolo.
– Il sovrintendente non è certo un uomo che tiene conto della sua etica, non ha esitato un’attimo a collegare il cervello di un povero bambino alla macchina EVR. Che paura!
– Sarà anche di etica discutibile ma non possiamo dubitare del fatto che egli è un luminare. Se non fosse per lui a quest’ora il nostro reparto non esisterebbe, quindi con tutto che non ho paura di lui, lo rispetto.
– Mah sarà anche cosi ma io non mi fido molto.
– Shhh! Zitto Herman arriva il sovrintendente.
I due fecero silenzio ed un uomo corpulento, imponente, con una grossa barba bianca, valicò l’ingresso del laboratorio e volse lo sguardo verso di loro per un breve attimo, era il suo modo di salutare. All’apparenza il sovrintendente sembrava essere sempre contento, un sorriso faceva sempre capolino sul suo volto, gli occhi leggermente strizzati, ma qualcosa non quadrava, la sua espressione celava sempre un velo macabro, si poteva percepire un atmosfera nero pece. In sua presenza ti sentivi sempre sul filo di un rasoio, nella sua ambiguità era un uomo davvero inquietante. Quando lavorava metteva sempre della musica di sottofondo, ma era di un genere strano, non vi erano tracce vocali, solo strumentali. Le melodie sembravano voler creare un senso di sintonia, coesione, ispirazione, ma in realtà si poteva percepire benissimo che erano vuote, create appositamente per quello scopo. Il sovrintendente sembrava gioire ogni volta che accendeva il suo lettore audio. Una gioia che solo la vacuità di espressione gli sapeva dare, a pochi non faceva tremare le ginocchia, un uomo gioiosamente tenebroso, con gusti musicali ambigui, vuoti, come la sua espressione.
– Herman, Robert che fate li impalati?- chiese il sovrintendente sempre con il suo sorriso appena accennato. I due squittirono e subito si avvicinarono a lui.
– Sono anni oramai che guardo questo ragazzo crescere, e nel suo svilupparsi ho piacevolmente notato che in questi 10 anni la potenza di calcolo della EVR è aumentato esponenzialmente.
Il sovrintendente prese in mano il telecomando della macchina e spinse in sequenza dei pulsanti, un ronzio appena accennato, lo sportello che da sul corpo del ragazzo si stava aprendo, nessuno tranne il sovrintendente aveva mai visto dal vivo lo sviluppo fisico del ragazzo.
– Oggi è un giorno speciale figlio mio, finalmente sei maturato e hai raggiunto il tuo massimo potenziale, per questo ti farò il mio più grande regalo, un assaggio della vita reale per la prima e ultima volta.
Il sarcofago di metallo scattò improvvisamente e del liquido violaceo inizio a colar fuori. Il pesante portello era aperto e dentro un ragazzo pelle e ossa, con gli arti sottosviluppati e la testa grottescamente enorme, il cranio era tre o quattro volte la grandezza di un normale essere umano. Un tubo ingiallito era infilato fino al suo stomaco, è stato mantenuto in vita cosi per 25 lunghi anni.
– Figlio mio! Sei meraviglioso! Tutti i miei sforzi di mandarti maggiori nutrimenti solo al cervello hanno dato frutto! Herman! Robert! Mettete su musica oggi festeggiamo!
I due assistenti erano attoniti davanti quella scena, il sovrintendente aveva smesso di essere solamente inquietante, era un vero e proprio mostro e suo figlio lo rifletteva. Con uno due secondi di esitazione entrambi marciarono verso il lettore audio. Robert, che era il più anziano dei due, aveva l’onore di premere play sul dispositivo. Un paio di secondi passano, e l’irrimediabile accade. Non appena la musica iniziò a scorrere, il ragazzo si mise in posizione semi seduta, occhi spalancati, il tubo che andava nel suo esofago era stato tirato via dal sovrintendente e al suo posto un urlo.
Il laboratorio andò distrutto, l’onda d’urto generata dal ragazzo fu tale da smaterializzare sia il sovrintendente che i due assistenti. Il ragazzo si guardò intorno e volgendo un ultimo sguardo alla telecamera di sorveglianza, si richiuse nel suo sarcofago, per poi tagliare la corrente a tutti i dispositivi della sala.
Questo è quello che siamo riusciti a recuperare dall’incidente. I nostri agenti stanno ancora cercando altre informazioni, ma per adesso vi lascio miei cari lettori.
Un abbraccio e ricordate, Stay Offgrid.
– Grey
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