Tag: racconto

  • Hippo’s pizzeria

    – Hippo’s Pizzeria 2495, come possiamo aiutarvi?

    – Ehm… salve… si uh… buongiorno ecco… avrei bisogno di un sica…

    – Signore le ricordo che questa è una pizzeria rispettabile, se è in vena di scherzi telefonici la devo trasferire al nostro manager.

    – Mi scusi… uh… non sò che dire… è la prima volta che…

    – Credo che lei voglia ordinare una pizza con quadruplo formaggio giusto?

    – Ah! si giusto grazie.

    – Perfetto, la vuole bianca o rossa?

    – Bianca p…per favore.

    – Bianca costa il doppio, ne è a consapevole?

    – S-si ecco… va bene…

    – Vuole aggiungere qualcosa sulla sua pizza? del Salame o…

    – N-no grazie la preferisco solo bianca.

    – Ottimo! Dove dobbiamo effettuare la consegna?

    – St. Januarius Plaza N° 48 t..terzo piano.

    – Perfetto le invio la ricevuta attraverso il suo Biolink™, un attimo prego, e… arrivata. Preferisce pagare adesso con il servizio PagoBiolink™ o in contanti direttamente al fattorino?

    – P..Pago ora se non le dispiace.

    – Ottimo! Generalmente preferiamo il pagamento in contrassegno, ma comunque va bene lo stesso. Vuole lasciare una mancia? Generalmente con il pagamento Biolink™ consigliamo un 50%.

    – S…si va bene accetto.

    – Perfetto! Il pagamento è andato a buon fine, al termine della consegna le verrà inviato un questionario per la valutazione del nostro servizio dove 8 sta per insufficiente e 9 per eccellente. Scelga bene. La ringraziamo ancora per il vostro ordine e da tutta la famiglia della Hippo’s pizzeria le auguriamo un buon appetito.

    Queste ed altre conversazioni sono all’ordine del giorno qui a B.City, non preoccupatevi però, noi di Offgrid siamo sempre allerta e vi terremo aggiornati. Un saluto e mi raccomando, Stay Offgrid.

    -Grey

  • Morte per verde

    La giuria ha concluso, Thomas Coppola, è condannato a morte.

    Facciamo un passo indietro, Thomas Barnaby Coppola, Secondo, figlio di un mercante di occhi meccanici, è stato trovato in possesso di ” Aquae fontana naturalis”, il quale costituisce un crimine punibile con la morte qui a B.C.

    – Chiunque venga trovato in possesso di prodotti di origine naturale, e non quindi trattati dalle aziende appaltatrici per la purificazione e disinfezione, viene bollato come un criminale, poiché potrebbe minare alla salute pubblica introducendo germi e/o batteri portatori di malattie, il ché sarebbe inaccettabile.

    – Ma questo non ha senso! Lo fate solamente perché ormai tutto deve essere affidato ai grandi colossi, una persona non può neanche raccogliere dell’acqua vera per uso personale, dobbiamo comprare, comprare e comprare! Mi fate vomitare.

    – Si infatti veramente stomachevole. Comunque se ti interessa, ci è appena arrivata la modalità di morte, te la dico o vuoi essere sorpreso? Sai alla gente piace vedere la faccia pietrificata dei detenuti in punto di morte.

    – Fai pure, dimmela, tanto qualunque cosa tu possa fare non cambierà la mia sorte.

    – Ti hanno dato, Morte per Verde.

    – Morte per verde?

    – Si esatto, verrai giustiziato domani.

    – Aspetta! Ma che vuol dire morte per verde?

    – Ah! Non lo sai? Haha allora non dico altro, voglio vedere la tua espressione di domani sul grande schermo. Addio!

    – Aspetta! Per favore dimmelo ti prego!

    Il secondino se n’era andato, ora nella cella, vediamo Thomas rannicchiato in un angolo, meditante sul significato della sua sentenza.

    La notte non portò consiglio al detenuto, egli la passò li accovacciato, insonne. Il giorno successivo, di primo mattino, ecco un’altra guardia che si avvicina alla cella di Thomas.

    – Ci siamo è ora, alzati dai, sembri uno che va al patibolo. Ah già scusa!

    La cella si apre, gli altri detenuti si accalcano alle grate, un coro di scherno si erge. Lo canzonano perché oggi era lui il condannato a morte, ignorando così il fatto che prima o poi anche loro avrebbero fatto la sua stessa fine.

    – Vi divertite a vedere la sofferenza altrui eh?! Figli di Jorta! Un giorno toccherà anche a voi e voglio vedere chi riderà. Per quanto riguarda voi, guardie, spero che il destino sia il più crudele, pazzi sanguinari che non siete altro.

    Le manette magnetiche si staccano dal letto, Thomas si alza per poi essere trascinato in una stanza completamente priva di finestre, tutto era bianco, illuminato da tutte le pareti. Un forte odore chimico lo circonda, sembra disinfettante, ad ogni passo, le scarpe di plastica emettono uno scricchiolio fastidioso. Vengono adesso rimossi i suoi occhiali a visione limitata, nel bagliore vede che solo una sedia di plastica nera faceva da arredo alla stanza. La porta si chiude dietro di lui, che si siede.

    Thomas è sopraffatto da qualunque tipo di stimolo fisico, nella stanza un suono elettrico costante lo inquieta, le pareti illuminate lo accecano, il forte odore chimico lo nausea, lasciandogli un sapore aspro in bocca.

    Improvvisamente sente uno scatto, seguito da ronzio, una forza lo spinge contro la sedia, come se il suo peso si fosse moltiplicato. Capisce che la stanza in realtà è un’ascensore, che lo avrebbe condotto alla sua ultima stanza da letto. Passa qualche minuto, che per Thomas sembra un’eternità, la stanza ora inizia a perdere colore, le pareti che dapprima erano bianco gelido, ora stanno mano mano diventando sempre più trasparenti, fino a svanire nel nulla. Thomas è in alto, ha vista su tutta la città, ma la sua attenzione volge sulla sua destinazione, la cupola.

    Questa struttura enorme si erge al centro della città, Thomas ne aveva sentito parlare nei bassifondi, in molti speculavano sul quale fosse la sua funzione. Alcuni dicevano che a chiunque fosse gettato al suo interno, sarebbero esplosi gli organi, portando ad una morte lenta e straziante. Altri affermavano invece che quella era la tana del leggendario toro rosso, e quindi il giustiziato sarebbe diventato un pasto per esso.

    La realtà è ben diversa.

    B.C, è una città estremamente inquinata, l’aria è spessa, pesante e molto opaca. Il popolo è abituato a questo tipo di clima e quindi respirano quest’aria senza problemi, i loro occhi sono abituati a vedere il mondo attraverso un occhiale appannato ricoperto di annunci pubblicitari.

    Scatti metallici, l’ansia è alle stelle, era giunto il momento dell’esecuzione. La stanza invisibile ora si stava dirigendo orizzontalmente sulla cima della cupola; la bocca famelica della struttura di vetro si apre lentamente e, con grande ammirazione, Thomas vede un raggio trasparente tagliare la coltre spessa di fumo della città. La sedia si stava inclinando, dal basso si sentivano le urla dei cittadini che assistevano allo spettacolo, era un’esecuzione capitale, con migliaia di spettatori. Le persone, mentre con dei gesti mandavano via le pubblicità dai loro volti, lo canzonavano, sparlavano e ridevano brindando alla sua morte. Era la prima volta che vedeva il mondo in quella maniera, senza gli occhiali la visione era molto offuscata, ma poteva vedere il brillio ambrato delle lenti notturne.

    La sedia nel cielo si fermò in mezzo alla cupola aperta e sparì.

    Thomas cominciò ad acquisire sempre più velocità, stava sprofondando verso il pavimento, il vento, l’odore, il colore lo sopraffanno e perde i sensi.

    La cupola comincia a richiudersi, ringraziando per il lauto pasto, dagli alti schermi che da fuori circondano l’esecuzione, viene mostrato Thomas precipitare, l’aria estremamente corrosiva erode pezzi di carne dal suo corpo, il primo piano sulla sua faccia mostra la paura e il dolore di questa esecuzione, che dopo pochi istanti finisce con l’impatto violento sul cemento. Il popolo ulula, gioisce, nessuno però conosceva Thomas, non era un criminale di guerra, eppure tutti esultavano. Qualche istante dopo, si sente una voce provenire dagli altoparlanti della città.

    – LO SPETTACOLO E’ FINITO TORNATE ALLE VOSTRE MANSIONI.

    Era la voce di Everyone. Poco dopo l’annuncio, una scarica di endorfine artificiali, comandate dalla voce, pilotò tutti a ritornare a lavorare e tutto tornò come sempre.

    La cupola si richiude e la coltre di fumo grigio illuminato di viola riavvolge tutto e tutti.

    C’è un piccolo particolare, Thomas è vivo. L’aria fresca gli brucia nei polmoni, tossisce, sputa: muco, sangue e saliva. Ad un tratto sente il suo cervello danzare, era euforico, gli occhi si aprono del tutto e per la prima volta nella sua vita egli vide. Il silenzio che lo circondava lo assordava e la totale assenza di fumo gli fece notare tutto ciò che c’era nei dintorni. Questa cella sarebbe stata sua fino alla morte. Per la prima volta nella sua vita, Thomas era libero.

    Ci sono però delle domande a cui non abbiamo ancora la risposta, non preoccupatevi, continueremo a seguire questo caso.

    Nel frattempo cari lettori, vi ringrazio, e mi raccomando, stay Offgrid.

    – Grey

  • Musica aziendale

    – Robert sei sicuro di questo?

    – Senti, te lo dico per l’ultima volta, Il ragazzo era perfetto per la macchina. Sappiamo che: il giorno 3/03/2865, nasce in una clinica a gettoni della catena: “Mamma Robot”, oggi compie 25 anni e le sue potenzialità cerebrali sono strabilianti. I dati del fascicolo parlano chiaro.

    – Di che dati stiamo parlando? Non ho ancora visto niente, com’è possibile?

    – Il sovrintendente li ha secretati, ma l’incarico indovina a chi l’ha dato? eh si! Al sottoscritto, quindi mi sono permesso di dargli una sbirciatina.

    – Tu sei un matto, se ti scopre sono guai bei grossi.

    – A differenza tua, caro mio, io non ho paura del sovrintendente, sarà anche grosso, pesante e con occhi di ghiaccio che ti gelano il sangue appena gli volgi lo sguardo, ma credo che sia solo una farsa, sotto quel pancione per me c’è un uomo qualunque.

    – Secondo me ti sbagli, ammetti tu stesso che ti gela il sangue…

    – Sta zitto Robert non vuoi sapere come va a finire la storia?

    – Ok ok! Continua pure.

    *Ehm ehm*. Nel fascicolo era riportato che Il sovrintendete G. trovò il nascituro nella culla di polipropilene in dotazione standard della clinica. L’orario registrato dalla cabina, indicava che il parto era avvenuto un’ ora prima. Della madre non vi era traccia ma il neonato non piangeva. Il suo sguardo era tagliente, vigile, sembrava già in grado di comprendere ciò che accadeva intorno a lui, il che era surreale. Ora, sai bene che secondo la legge, tutti i neonati abbandonati devono essere denunciati e spediti all’ISB dove vengono istruiti basilarmente come dei livelli 1, pena la galera e una multa salatissima. Il sovrintendente, furbo, decise di correre il rischio, percepiva infatti un qualcosa nel piccolo, che lo rendeva straordinario. Quindi lo prese, lo avvolse nel suo impermeabile e andò di corsa al suo laboratorio. All’epoca era in uno scantinato dietro Sacred Hill Blvd., un posto di merda mi sento di dire ma all’epoca non vi era molta scelta. Arrivati nel laboratorio, il ragazzo venne collegato alla prima versione della macchina EVR e con grande stupore ne quintuplicò la potenza di calcolo.

    – Il sovrintendente non è certo un uomo che tiene conto della sua etica, non ha esitato un’attimo a collegare il cervello di un povero bambino alla macchina EVR. Che paura!

    – Sarà anche di etica discutibile ma non possiamo dubitare del fatto che egli è un luminare. Se non fosse per lui a quest’ora il nostro reparto non esisterebbe, quindi con tutto che non ho paura di lui, lo rispetto.

    – Mah sarà anche cosi ma io non mi fido molto.

    – Shhh! Zitto Herman arriva il sovrintendente.

    I due fecero silenzio ed un uomo corpulento, imponente, con una grossa barba bianca, valicò l’ingresso del laboratorio e volse lo sguardo verso di loro per un breve attimo, era il suo modo di salutare. All’apparenza il sovrintendente sembrava essere sempre contento, un sorriso faceva sempre capolino sul suo volto, gli occhi leggermente strizzati, ma qualcosa non quadrava, la sua espressione celava sempre un velo macabro, si poteva percepire un atmosfera nero pece. In sua presenza ti sentivi sempre sul filo di un rasoio, nella sua ambiguità era un uomo davvero inquietante. Quando lavorava metteva sempre della musica di sottofondo, ma era di un genere strano, non vi erano tracce vocali, solo strumentali. Le melodie sembravano voler creare un senso di sintonia, coesione, ispirazione, ma in realtà si poteva percepire benissimo che erano vuote, create appositamente per quello scopo. Il sovrintendente sembrava gioire ogni volta che accendeva il suo lettore audio. Una gioia che solo la vacuità di espressione gli sapeva dare, a pochi non faceva tremare le ginocchia, un uomo gioiosamente tenebroso, con gusti musicali ambigui, vuoti, come la sua espressione.

    – Herman, Robert che fate li impalati?- chiese il sovrintendente sempre con il suo sorriso appena accennato. I due squittirono e subito si avvicinarono a lui.

    – Sono anni oramai che guardo questo ragazzo crescere, e nel suo svilupparsi ho piacevolmente notato che in questi 10 anni la potenza di calcolo della EVR è aumentato esponenzialmente.

    Il sovrintendente prese in mano il telecomando della macchina e spinse in sequenza dei pulsanti, un ronzio appena accennato, lo sportello che da sul corpo del ragazzo si stava aprendo, nessuno tranne il sovrintendente aveva mai visto dal vivo lo sviluppo fisico del ragazzo.

    – Oggi è un giorno speciale figlio mio, finalmente sei maturato e hai raggiunto il tuo massimo potenziale, per questo ti farò il mio più grande regalo, un assaggio della vita reale per la prima e ultima volta.

    Il sarcofago di metallo scattò improvvisamente e del liquido violaceo inizio a colar fuori. Il pesante portello era aperto e dentro un ragazzo pelle e ossa, con gli arti sottosviluppati e la testa grottescamente enorme, il cranio era tre o quattro volte la grandezza di un normale essere umano. Un tubo ingiallito era infilato fino al suo stomaco, è stato mantenuto in vita cosi per 25 lunghi anni.

    – Figlio mio! Sei meraviglioso! Tutti i miei sforzi di mandarti maggiori nutrimenti solo al cervello hanno dato frutto! Herman! Robert! Mettete su musica oggi festeggiamo!

    I due assistenti erano attoniti davanti quella scena, il sovrintendente aveva smesso di essere solamente inquietante, era un vero e proprio mostro e suo figlio lo rifletteva. Con uno due secondi di esitazione entrambi marciarono verso il lettore audio. Robert, che era il più anziano dei due, aveva l’onore di premere play sul dispositivo. Un paio di secondi passano, e l’irrimediabile accade. Non appena la musica iniziò a scorrere, il ragazzo si mise in posizione semi seduta, occhi spalancati, il tubo che andava nel suo esofago era stato tirato via dal sovrintendente e al suo posto un urlo.

    Il laboratorio andò distrutto, l’onda d’urto generata dal ragazzo fu tale da smaterializzare sia il sovrintendente che i due assistenti. Il ragazzo si guardò intorno e volgendo un ultimo sguardo alla telecamera di sorveglianza, si richiuse nel suo sarcofago, per poi tagliare la corrente a tutti i dispositivi della sala.

    Questo è quello che siamo riusciti a recuperare dall’incidente. I nostri agenti stanno ancora cercando altre informazioni, ma per adesso vi lascio miei cari lettori.

    Un abbraccio e ricordate, Stay Offgrid.

    – Grey

  • Opera

    – Johan Stephenson, 43 anni, livello 3, politico di professione, trafficante per passione. Guarda queste foto: Qui è a pranzo con i delegati della: “TR Pharma”, qui se la ride mentre infila la mano sotto la gonna di una cameriera e qui invece prende a schiaffi un “Bandonato” con i ferri ai piedi. Si direbbe proprio il tuo tipo eh Ginger? –

    – Che gran figlio di Jorta! Non vedo l’ora di farlo fuori, i Terzi tutti uguali, disgustosi. Hai già in mente come procedere Larry?. –

    Larry girò lo sguardo verso ginger; si chiese ancora una volta come quel ragazzo riuscisse a stare in piedi. Era alto all’incirca 168cm, corporatura scheletrica, dal suo aspetto si potevano capire due cose: che aveva dei problemi con il cibo e si imbottiva di Luterofarmaci. Ciononostante riusciva a mantenere un atteggiamento composto, tranne in alcune occasioni in cui gli capitava di avere degli scatti d’ira, probabilmente un’effetto collaterale delle droghe.

    Contrariamente al ragazzo, lui invece era un’uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati, indossava un’impermeabile logoro di finta pelle, andava in giro a vantarsi del suo quoziente intellettivo, ma tutti nel mondo criminale sapevano che era un farlocco. Larry era un giocatore d’azzardo, gli piaceva rischiare, fare il passo più lungo della gamba, di batoste ne prese tante, ma nonostante ciò voleva sempre continuare per la sua strada. Era proprio un stupido testardo.

    – Stando a quei lakhshmit di Offgrid, i suoi spostamenti sono ben sorvegliati, ma oggi dovremmo avere una possibilità. Vedi qui sulla cartina? Il Gran Rubles Hotel è il punto di partenza, da qui la sua macchina dovrebbe passare per Jefferson Street per poi girare su Icarus boulevard e finire all’ Opera House dove rimarrà per ben 3 ore, oggi danno Tourandot. –

    – Tourandot? E che cos’è? –

    – Sempre il solito ignorante! Tourandot è un opera lirica, che risale agli anni 20′ del millenovecento, ma che ne vuoi sapere tu, che ti sei istruito con le cassette dell’ISB. –

    – E questo che diavolo c’entra? Non rompermi. –

    – Dai che scherzavo! Però ora concentrati, una volta entrato, Stephenson si dirigerà alla balconata riservata ai Terzi e la sicurezza sarà ermetica. Il piano è questo, Ti ricordi del riccastro Jameson? Sono riuscito a sottrargli una valigia piena di vestiti e gioielleria varia. –

    – Impossibile! Come cavolo hai fatto? –

    – Ginger, caro mio, non dico per vantarmi ma sono un maestro in quello che faccio. –

    – Non potremmo semplicemente vendere questa roba? Dovranno valere un sacco di Brilli! –

    – Ti rendi conto di quello che dici? Se riuscissimo nel nostro colpo, altro che vestiti usati di qualche ricco vecchiaccio! Caro mio ci potremmo trasferire ai piani alti! Già mi immagino in piscina al centotrentesimo piano del palazzo Rubles, uhh che meraviglia!. –

    – Non starai sognando un po’ troppo?. –

    – Uffa! Va bene torniamo al piano. Mi vestirò con gli abiti di Jameson, mi dirigerò verso l’entrata per i “Terzi” fingerò un problema al biglietto elettronico e cercherò di distrarre la guardia all’ingresso, nel frattempo tu, minuto come sei, ti calerai nel condotto di areazione e seguendo questo percorso arriverai allo spogliatoio dei servi. Qui metterai la loro uniforme e ti dirigerai verso la balconata di Stephenson, dove gli offrirai un ” Omaggio della casa”, ovvero un bicchiere di Bourbon speziato al polonio. Accertati che lo beva, dopodiché cerca di uscire come se nulla fosse, non dovrebbe essere difficile, dopotutto sarai vestito come uno dei servi. Tutto chiaro? –

    – Ti dico la sincera verità vecchiaccio, il piano non è male ma il mio istinto dice che c’è qualcosa di strano. Sei sicuro che si berranno la tua scenata? –

    – Ginger per favore, sono anni che affino le mie abilità per un colpo come questo, so gestire la cosa. Offgrid inoltre ha un’agente all’interno, ma interverrà solo in caso di estrema necessità e non potrà portare a termine il compito da solo, sarai tu a dover finire Stephenson. –

    – Se lo dici tu… Ma perchè proprio io? E poi come faccio a sapere chi è l’infiltrato di Offgrid? –

    – Non ne ho idea, loro mi hanno esplicitamente raccomandato di dirti ciò. Comunque non ti preoccupare, il tizio sa che aspetto hai, si farà certamente vivo lui per primo. –

    Quattro ore dopo Stephenson uscì dall’hotel.

    – Ginger sveglia è ora di andare! –

    – Ancora 2 minuti dai! –

    Con un ceffone Larry rimise in ordine Ginger, il quale non senza riluttanza si mise a sedere. Larry accese il motore e cominciò a seguire la Limousine di Stephenson, voleva accertarsi delle informazioni di Offgrid.

    Arrivarono all’Opera House e si misero all’azione, tutto sembrava andare per il verso giusto, Larry vestito con un vecchio pellicciotto di Jameson e con fin troppi gioielli indosso, si diresse all’entrata delle balconate, dove venne fermato dalla guardia all’ingresso.

    – Signore mi spiace ma questa entrata è riservata ai Terzi –

    – Secondo lei io che sono? Non ho certo tempo da perdere con dei gorilla come lei, mi faccia entrare. –

    – Mi faccia vedere il biglietto allora. –

    – Lei mi chiede il biglietto? Come osa! Io sono L’illustrissimo ingegnere avvocato De Marchis! Non devo dare conto di nessuno! –

    – Senta per favore, se non può presentare un biglietto le chiedo cortesemente di andarsene, questo è l’ultimo avvertimento. –

    Altri Terzi facoltosi si avvicinarono infastiditi dallo schiamazzo.

    – Vede?! lei mi fa fare brutta figura con i miei pari! Io la rovino! –

    Il buttafuori perse la pazienza e sferrò un colpo con la sua mano robotica sulla guancia di Larry, il quale, senza abbandonare la parte, come un vero professionista, cadde a terra molto teatralmente.

    Nel frattempo Ginger si intrufolò nel condotto di areazione, scese nello spogliatoio e come da copione si mise il completo da servo, andò in cucina, dove un grosso cuoco, attento alla cottura di una brodaglia artificiale, lo vide ed esclamò:

    – E tu chi saresti? Non ti ho mai visto da queste parti! –

    – Ehh… Certo che non mi hai visto, sono nuovo e oggi è il mio primo giorno.-

    – Ah si? E chi ti ha assunto sentiamo? –

    Messo alle strette Ginger decise di usare la sua parlantina.

    – Il problema è che non sono stato assunto direttamente da voi ma da un’agenzia esterna, non so con chi abbiano parlato ma se vuole posso darle il contatto del mio datore di lavoro! Non credo che lui sia molto contento della telefonata però, pensi che lui al momento è qui a godersi l’opera, ma se vuole lo chiamo immediatamente.-

    – No.. No.. va bene ragazzo lascia stare, meglio non inimicarsi un livello tre. Mi raccomando fai attenzione quando esci con il brodetto, è tremendamente caldo! –

    Ginger annuì e si diresse al bancone del bar, versò un bicchiere di Bourbon e molto accuratamente spezzò la provetta speciale di Larry nel bicchiere, sembrava non contenesse nulla, ma la dose di polonio necessaria ad uccidere è di qualche microgrammo, quindi aveva senso. Si guardò intorno, tutti stregati dallo spettacolo, nessuno lo aveva visto e cosi come se nulla fosse si diresse verso la balconata di Stephenson.

    – Hey Ragazzo!” Fece un signore da una balconata, “portami quattro Manhattan e un rum invecchiato! –

    – Signore non posso farlo – replicò infastidito Ginger.

    – E perchè non puoi? sentiamo!- disse il signore, che a guardarlo bene era molto simile a Stephenson, sulla sessantina, grassoccio, calvo, lo stereotipo del politico da quattro Brilli. Ginger rise tra se.

    – Mi spiace Signore, sono il maggiordomo personale di Johan Stephenson, mi hanno esplicitamente detto di non parlare con nessun’altro. –

    – A me non interessa un fico secco di quello che dicono gli altri! Stephnenson non è altro che uno squallido portaborse, Io sono molto più importante di lui. Portami quello che ti ho chiesto servo! Già che ci sei dammi quello che hai in mano! –

    Ginger sentì che stava per avere un’attacco di ira, proprio adesso, nel momento più sbagliato.

    – Sei ancora li impalato schiavo? Muoviti! Con la sete che ho non posso godermi lo spettacolo. –

    Sentiva gli occhi degli altri facoltosi puntati su di lui, non poteva finire così. Con estrema riluttanza Ginger porse il drink speziato al signor grassotto.

    – Omaggio della casa – disse cercando di contenersi. Consegnato il drink, si diresse negli spogliatoi.

    Non sapeva che fare, il drink al polonio di Stephenson lo aveva ceduto ad un’altro! Perchè lo aveva fatto? La tensione nervosa era alle stelle, non sapeva che fare dannazione!

    Nel frattempo Larry capitombolato giù i gradini mise in atto la seconda parte del suo piano, ignaro di quello che stava succedendo in galleria.

    Oh Cielo! Oh Santi numi! Che Icarus mi abbia in gloria – disse con la stessa enfasi di un drammaturgo in scena. – Il buttafuori non vuole fare entrare me, L’illustrissimo Ingegnere Avvocato De Marchis! Come si permette lei? Che è buono solo ad usare il fisico per il suo lavoro! Lei non è altro che un mulo da soma! E come un mulo lei è anche un Ignorante! –

    Il buttafuori non sembrava scalfito da queste perfide ingiurie. Decise così Larry di adottare misure drastiche.

    – Senta per favore mi faccia entrare, lo vuole questo anello? Era della mia cara proprozia Genoveffa venuta dalla lontana terra oltre B.City, questo è un vero tesoro! cento per cento vero… –

    Nello spogliatoio Ginger ebbe un’idea, avrebbe aspettato la fine del primo atto e poi si sarebbe appostato vicino l’ingresso del bagno, senza dare nell’occhio, per poi andare dietro Stephenson e tagliarli la gola.

    Si ricompose e si diresse verso la porta, non appena gli si fermò accanto, si concluse il primo atto e vide Stephenson alzarsi dalla poltrona per dirigersi in bagno. Come previ…

    – Lei che ci fa qui mi scusi? –

    Ginger pietrificato si girò a scatti verso il suo interlocutore, era una guardia che faceva su e giù per il corridoio.

    – ehmm sono…. Lo schiavo designato ai bagni! – Rispose Ginger dubbioso.

    – Non ho mai sentito di schiavi designati ai bagni e comunque tu non hai il badge come gli altri, come me lo spieghi questo? –

    – Ecco io… ehmm… Sono… Il servopersonaledi Stephenson?! – disse a mezza bocca, cercando di farlo sembrare come una cosa ovvia.

    – Si ma non si spiega l’assenza del badge. –

    – Ah me lo chiedo anche io, sa a volte non riesco a riconoscermi persino io allo specchio senza il badge ahaha!-

    La guardia lo squadrò, qualcosa non gli tornava, ma non poteva metterci la mano sul fuoco. Le guardie non erano l’incarnazione della furbizia.

    – D’accordo ti credo, ma ti tengo d’occhio.-

    Pericolo scampato, via libera, stava per aprire la porta quando improvvisamente dal bagno uscì Stephenson, la guardia lo aveva trattenuto troppo! Era saltata anche quell’occasione maledizione!

    Quasi sul punto di crollare Ginger fuggì ancora una volta negli spogliatoi si chiese dove diavolo fosse il contatto di offgrid, perchè non gli ha dato una mano? Poteva distrarre la guardia, passargli un’altro veleno o fare qualsiasi cosa! Sapeva che non poteva concedersi il lusso di impazzire, ma la pressione era alle stelle. Per cercare di calmarsi infilò la testa sotto l’acqua fredda ma non ebbe l’effetto desiderato. Una volta asciugatosi usci ancora una volta dallo spogliatoio con direzione Stephenson, ma oramai era cominciato il secondo atto e non aveva il tempo di aspettare. Decise di fare l’ultimo disperato tentativo, o la va o la spacca. Si avvicinò alla poltrona di Stephenson, era a qualche centimetro dalla sua poltrona, sentiva il suo fiato rimbalzare dalle sue spalle quando…

    – Pss hey tu! –

    Ginger si girò e vide un’ altro schiavo che gli faceva cenno di andare in cucina, dove il cuoco disse:

    – Forza c’è da distribuire il brodetto di pesce, devi uscire con questi piatti, fai attenzione all’ordine in cui i piatti sono disposti. –

    Ginger notò che il suo carello delle pietanze era carico con cinque piatti, di cui quattro erano disposti a formare un quadrato mentre il quinto che sembrava anche più bello era al centro. Non riusci a pensare ulteriormente che il cuoco lo interruppe.

    – Su forza! Cosa fai lì impalato muoviti Servo! –

    Ormai non c’era più nulla da fare era incastrato in questo lavoro, è stato talmente un bravo attore che si erano bevuti la storia del servo senza badge personale di Stephenson, stando al piano a quest’ora sarebbe dovuto uscire e Larry lo starà già aspettando fuori.

    – Oh Dannazione! – esclamò sotto voce Ginger e con il suo carrellino si diresse verso le balconate.

    – Ah quasi dimenticavo Servo, dovrai servire le pietanze in ordine di rango a cominciare dal più alto, cioè Stephenson. Ovviamente dovrai servirgli il piatto più bello, quello al centro e se volesse pagare digli che è un omaggio della casa.

    Omaggio della casa! Il segnale! Ginger si girò di scatto ma ormai dietro di lui non vi era più nessuno. Quei Lakshmit di Offgrid ne sanno una più del diavolo.

    Nel frattempo Larry, contuso ed acciaccato era fuori nel cortile del teatro, si chiedeva che sorte avesse avuto Ginger e se il piano avesse funzionato.

    Nell’attesa aprì il pellicciotto e prese una sigaretta, un lusso per quei tempi. La Rubles Pharma vietò le sigarette ormai qualche anno fa, così Larry centellinò ogni singola boccata di quell’ultimo pacco, voleva fumare l’ultima con Ginger, ma di lui non sapeva nulla. Si mise la sigaretta in bocca, prese l’accendino e improvvisamente il tombino di fianco a lui si mosse.

    Spaventato Larry si alzò, ma dal tombino usci una figura gracilina e sporca di melma. Era Ginger!

    – Sei porprio un gran figlio di Jorta tu eh?! E pensare che ero anche in pensiero!-

    – Per l’anima di Icarus, che nottattaccia! Filiamocela presto! Ho fatto mangiare a quel Lakshmit una bella zuppa fatta in casa ed adesso dovrebbe già sentirne i benefici-

    I due si diressero verso un luogo sicuro ma non troppo distante, volevano godersi lo spettacolo di luci delle ambulanze, si arrampicarono su un’ impalcatura che dava vista sull’entrata del teatro.

    – E così è fatta ragazzo…-

    – Eh si vecchiaccio, non vedo l’ora di usare quei soldi per i fattacci miei, ancora non capisco perchè tu voglia diventare come loro-

    -Oh ma io non voglio diventare come loro, voglio solo vivere la mia vita a mio agio, per una volta, fuggire da quello che mi circonda, sono stanco ormai, questa vita non fa più per me, vorrei finalmente ritirarmi e magari fuggire da questo buco nero di città.-

    – Ti capisco, un giorno spero anche io di potermene andare. –

    E così rimasero a guardare le luci che mano a mano si avvicinavano all’entrata del teatro, ignari che una figura dietro di loro li stava osservando.

    Dopo una lunga pausa, miei cari lettori, sono tornato,

    un abbraccio e mi raccomando, stay offgrid.

    – Grey

    il racconto è stato concepito il 28 dicembre 2020

  • Vittoria

    Orecchie che fischiano, il sapore ferroso del sangue in bocca, le urla, il dolore, le lacrime. Un attacco improvviso e gli uomini erano impreparati, per lo squadrone Lancer 17 di Blacklightcity non c’è stato scampo. Sono stati spazzati via in pochi istanti, un’orda di bestie corazzate li ha attaccati dal sottosuolo, è stata una carneficina.

    L’unico ad essersi salvato è stato Yosif, non sapeva neanche lui come, ma è riuscito a scamparla. Si sentiva l’uomo più fortunato della terra. Accanto a lui giacevano i resti dei suoi compagni, era uno spettacolo ripugnante, gole tagliate, braccia mozzate e altre cose che agli occhi di Yosif non sembravano essere possibili. Passò qualche minuto prima che egli potesse riprendere a camminare, tanto era lo shock, tutto questo non te lo insegnano se sei un misero livello 1, devi accettare il tuo destino, fare da esca. Mentre tu vieni maciullato dai mostri, i livelli 2 stanno belli belli ad aspettare che lo scontro sia quasi finito, per poi piombare come sciacalli sui mostri ormai indeboliti.

    Il terzo piano della scala sociale di B.City opta per questa strategia al fine di sfoltire i livelli 1, considerati come un ammasso di sanguisughe, poiché mantenuti, seppur malamente, dai soldi dei contribuenti.

    Yosif sapeva che ciò non era giusto, nonostante le cassette dell’ISB che loro lo costringono ad ascoltare. Si sente abbastanza intelligente, visto la media dei suoi compagni che a malapena riusciva a prendere in mano la lancia, lui si sentiva una spanna sopra di loro e sapere questo lo rincuorava. Solo che adesso era lì, in piedi, in silenzio, nel mezzo del campo di battaglia, vulnerabile. Tanti pensieri e poche azioni.

    All’improvviso un suono profondo, gutturale, un lamento. Yosif si mise alla ricerca della fonte. Dopo una lunga occhiata vide qualcosa muoversi sotto una pila di corpi. Li spostò uno per uno, fino a che, con suo grande stupore, si accorse che il gemito non proveniva da un compagno bensì da un essere Umaha; un nemico.

    La creatura era umanoide e si presentava molto robusta, all’incirca più alta di lui quindi più di 1.80m, aveva delle placche che gli proteggevano torace e schiena e delle scaglie affilate spuntavano da ambo le braccia, la faccia era grottesca, la mascella era sproporzionata rispetto al cranio e sporgeva, donando all’essere un’aria minacciosa ma da ebete. Una volta estratto l’essere, Yosif si mise a controllarlo e trovò la causa del dolore, una lancia al plasma gli era finita nello stomaco, trapassandolo; non sapeva che fare, era un nemico, ma non si sentiva di lasciarlo morire così, quindi cercò di comunicare con la bestia, che era semi-cosciente.

    -Hey! Parlami! Capisci quello che dico? –

    La bestia apri del tutto gli occhi e guardando Yosif in volto scattò in piedi, liberandosi dalla presa leggera che lo sorreggeva e si allontanò di qualche metro, manteneva sempre lo sguardo fisso su Yosif. Sembrava spaventato ma allo stesso tempo iracondo.

    -Tranquillo non ti farò del male! Io mi chiamo Yosif e tu?-

    La bestia rimase lì a guardarlo, in piedi, stava valutando la situazione, faceva fatica a riflettere, la lancia nello stomaco non era d’aiuto.

    -Io A-M-I-C-O disse lentamente Yosif.-

    La bestia mutó il suo sguardo, adesso sembrava meno spaventato, però i suoi occhi proiettavano sospetto. Dalla reazione sembrava in grado di capire il linguaggio umano.

    -Gronk Youkaka!- Disse l’essere ansimando esausto. Cercando di capire se l’umano potesse capirlo.

    Yosif non sapeva cosa volesse dire, quindi allungando le braccia dal basso cominciò ad avvicinarsi cercando in qualche modo di rassicurare l’altro e con lo sguardo di carpire ogni suo movimento.

    -GRONK YOUKAKA!- Urló l’essere indietreggiando. Forse vorrá dire “stai indietro?” Pensó Yosif.

    L’umanoide si era accorto della lancia che Yosif portava a tracolla ed era quasi pronto ad attaccare.

    Yosif si fermò percependo guai, estrasse la lancia, premette il pulsante di sgancio e un forte brusio elettrico circondò l’ambiente circostante, il colore blu acceso quasi lo accecava, era uno strumento molto bello da vedere ma micidiale come arma, un essere umano trafitto da essa morirebbe all’istante ma il mostro non era del tutto umano. Yosif strinse la lancia tra le sue mani e si mise in posa da combattimento.

    Entrambi i guerrieri si studiavano, l’uno cercando di captare ogni singola contrazione dell’altro.

    La bestia decise di andare per primo, fletté le ginocchia, fece un gran respiro, si sporse in avanti e si lanciò con la forza rimanente contro Yosif prendendolo.

    Yosif venne scaraventato a qualche metro di distanza sbattendo la testa, la concussione era forte, non riusciva a concentrarsi, gli girava la testa, cosa diamine gli era successo? Qualche battaglia fa si sarebbe rialzato senza neanche un graffio e adesso invece a malapena riesce a reggersi in piedi.

    Mentre pensava ciò, si accorse che l’essere sembrava essersi dileguato. Rasserenato da ciò, espirò profondamente e si mise ad imprecare contro se stesso.

    Mentre era impegnato nel suo torpiloquio, un rumore simile a quello che aveva sentito prima lo fece tremare.

    -Allora non è finita- pensò Yosif, che non del tutto sicuro di se stesso si avvicinava verso la sorgente del rumore. Trovò ancora l’essere stavolta boccheggiante, stramazzato, esausto, aveva usato tutta la sua forza, ma a causa della lancia infilata nello stomaco lo aveva colpito di striscio.

    Yosif guardo l’essere, che guardandolo a suo volta chiuse gli occhi, rilassando il volto, sapeva di non poter fare altro, la sua espressione era passata dall’ira alla rassegnazione.

    -Ugi Turmanak…- bisbigliò l’essere, forse voleva il colpo di grazia.

    Yosif rimase li a guardarlo, incerto sul dafarsi, dopotutto non c’era nessuno a dargli ordini, poteva fare tutto cio che volesse. Rilassò i muscoli, spense la lancia e la lasciò cadere a terra.

    L’essere riaprì gli occhi, confuso.

    -No, da oggi faccio quello che voglio, sto combattendo una guerra e mi stanno usando come elemento sostituibile, per loro non sono altro che una miserabile pedina sacrificabile. Probabilmente sei nella mia stessa situazione- disse rivolgendosi all’essere.

    -Tieni questi- disse Yosif lanciandogli dei kit di stabilizzazione, per fermare l’emorragia. -Cavatela da solo, se c’è un briciolo di intelligenza dentro la tua testa cerca di ricordarti quello che è successo oggi, noi umani non siamo cattivi, o almeno non tutti.-

    L’essere rimase stupito, e anche se con quella sua faccia da cavernicolo non faceva intravedere molto, Yosif capì.

    Malconcio e zoppicante, Yosif si sentiva rallegrato, aveva fatto una buona azione, non avrà anche quel mostro sulla coscienza. Sapeva di non poter tornare a B.City, lo avrebbero rinchiuso per non si sa quanto tempo, o peggio lo avrebbero donato come soggetto test alla TRP, che sarebbe molto peggio.

    Quindi si decise, avrebbe speso il resto della sua vita nel deserto, una vita senza lusso, ma d’altro canto sempre migliore della sua precedente.

    Diede un’ultima occhiata all’essere prima di andare, lui era ancora li che lo fissava, Yosif gli sorrise, si incamminò e piano piano la sua figura; la sua vecchia vita scomparve nell’orizzonte.

    Non sappiamo cosa n’è stato di Yosif, stiamo installando delle antenne nel deserto, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo, dei predoni continuano a saccheggiare le nostre provviste e non riusciamo a capire da dove provengano, c’è chi dice che siano un gruppo altamente organizzato, in una città completamente schermata dai nostri radar, c’è invece chi dice che siano solo delle tribù di predoni e nulla più, ma voi credereste a queste voci di corridoio?

    A presto cari Lettori e nel frattempo ricordate, Stay Offgrid.

    Un saluto.

    Grey

  • Quotidianità

    Siamo in una fabbrica abbandonata nella periferia di BlacklightCity. Prendiamo possesso di un drone di ricognizione personale ed attraverso la lente di esso vediamo un uomo: stremato, stordito, a gattoni, che cerca di tirarsi in piedi, sembra sia sotto attacco, si sta controllando le tasche, a quanto pare gli è rimasto solo un caricatore di riserva, questa non ci voleva. La situazione non volge a suo favore, ma non si perde d’animo e con uno slancio si mette al riparo dietro dei cassonetti, ha appoggiato la testa al muro li vicino, credo stia aspettando qualcosa.

    Rumore di ghiaia dietro di lui, sembra una persona, no sono due, passo cauto ma pesante, penso siano ben armati, deve coglierli di sorpresa altrimenti questa volta ci lascia davvero le penne. Tutto può decidersi in un attimo, i passi si avvicinano, una goccia di sudore gli scivola sul mento e cade atterra, due colpi ben piazzati uno alla testa e uno al collo, due secondi e poi silenzio, si può sentire solo il sangue scorrere, lo scontro è finito. Ce l’ha fatta! Ora deve solo uscire da qui, un’attimo per riprendere fiato e ora di corsa verso la porta d’uscita della fabbrica. In lontananza vede la luce violacea dell’esterno, si sente sollevato, sicuro, beffardo dei poveracci che lo avevano incontrato, nella sua sicurezza smette di fare attenzione all’ambiente circostante e inizia a chiedersi cosa mangiare per cena, l’indecisione tra Roast Beef e petto d’anatra sembra gli abbia offuscato del tutto la sua mente. Non si è accorto che nel frattempo un aria cupa si era stretta su di lui. In un lampo il portone della fabbrica si è chiuso proprio sotto il suo naso e cogliendolo di sorpresa l’uomo fece un balzo all’indietro. La stanza è piombata nel buio, il suono del portone che si è chiuso così di scatto rimbombò in tutta la stanza e le vibrazioni di esso lo pervadono fino alla punta dei piedi. Passa qualche secondo, non fa in tempo nemmeno a pensare che dietro di lui sente una dozzina di uomini caricare le proprie armi all’unisono, emettendo un suono che lui conosceva fin troppo bene. La stanza improvvisamente si inonda di luce, due grossi riflettori puntano su di lui, è accerchiato, il bagliore è talmente accecante che non riesce a capire ne quanti o chi sono gli uomini nella stanza, non sembra vogliano ucciderlo, è una cosa buona no? Un colpo di tosse, spezza quegli attimi di silenzio imbarazzante, c’è qualcuno davanti a lui ed è un uomo: sulla cinquantina, capelli brizzolati e vestito molto elegante, alle apparenze non sembra essere un tipo minaccioso. L’elegantone si è acceso un sigaro e dopo aver preso una bella boccata si è rivolto a lui: ” Finalmente ci incontriamo, signor Berckindale, Lui mi ha parlato molto di lei”. Neanche il tempo di rispondergli che un colpo secco al collo con il calcio del fucile ha fatto perdere i sensi al nostro caro amico ed attraverso il nostro schermo, vediamo l’uomo elegante estrarre la sua pistola per poi sparare al drone, ponendo fine al nostro spettacolo.

    Torniamo un’attimo indietro, chi è il Sig. Berckindale?

    Prima che venisse distrutto, abbiamo copiato il database di memoria del suo drone ed abbiamo trovato dei file criptati, nulla che non si possa decifrare ma questo tipo di codificazione non è comune, è di livello militare, strano, vediamo cosa dicono.

    John Berckindale nato il 13 giugno del 2855, 35 anni, figlio di David Berckindale e Margaret Johnson. Appena compiuti 18 anni si è arruolò nell’esercito e fu assegnato al primo battaglione di difesa di BlacklightCity, nome in codice:” Lancer”. John non è mai stato un ragazzo molto paziente, anzi sembra cercasse in tutti i modi di procurarsi più grane possibili, cosi da mettersi alla prova e diventar più forte o almeno cosi specificò nei suoi rapporti disciplinari. Di certo questo menare le mani non gli faceva un gran favore con i suoi superiori ma grazie alla sua determinazione, grinta e saper fare, riuscì ad ottenere il grado di capitano e tutto sembrava procedere bene. Il 5 ottobre del 2880 però la situazione sembrò cambiare drasticamente, quando la madre di Berckindale fu vittima di un attacco terroristico nella metropolitana di BlacklightCity.

    Nei file vi sono anche i dettagli dell’attentato.

    L’attacco fu condotto da una squadra di 5 uomini, ognuno aveva assegnato un treno e il loro compito era semplice, dopo aver preso possesso del treno, dovevano tagliare la corrente alle porte dei vagoni ed infine, armati di esplosivo ad alto potenziale, dovevano lanciarsi in un attacco suicida simultaneo verso la grande stazione centrale di BlacklightCity. Sfortunatamente il piano andò come previsto, i cinque i treni arrivarono simultaneamente alle banchine della stazione e come da copione si fecero esplodere, causando 200 morti e 500 feriti. I media e la polizia attribuirono la colpa al gruppo Nuova Fondazione per la Purificazione, abbreviato con NFP. Ma il gruppo negò tutti i fatti e si dissociò dall’accaduto. Degli attentatori non si sa nulla, i loro resti non furono mai identificati e tutt’ora il caso rimane insoluto.

    Berckindale era molto legato alla madre e la sua scomparsa lo scosse nel profondo. Da quel giorno non fu più lo stesso e giurò vendetta contro i mandati dell’attentato. La vita di Berckindale sprofondò nel buio più totale, si diede alla bottiglia, i suoi amici si allontanarono e nulla per lui aveva più senso, solo una cosa sembrava rimbalzargli in testa, la parola vendetta.

    Per colpa dei suoi nuovi comportamenti, Berckindale fu costretto al congedo forzato. Per qualche anno divenne un semplice poliziotto per la MetroNext, una ditta privata che si occupa di tutela cittadina, ma in realtà difende solo i propri clienti, come tutte le forze di polizia privata del resto. Il lavoro pagava bene ma per Berckindale il lavoro era fin troppo facile, voleva qualcosa di più eccitante, qualcosa che gli facesse scorrere l’adrenalina e l’eccitazione pura nelle vene, qualcosa che lo facesse sentire vivo. Decise quindi negli anni a seguire di mettersi al servizio di una squadra di mercenari che lavorava fuori i confini di BlacklightCity e si facevano chiamare: “I portatori di morte”. La loro zona di ricognizione era prettamente verso il grande deserto dei rottami, ben lontano dalla vita cittadina.

    Un giorno però durante un giro di perlustrazione di una baraccopoli, nel deserto, si accorse di essersi isolato dai suoi commilitoni, e una strana sensazione lo stava pervadendo, cominciò a sentir freddo, non riusciva a muoversi, quando una voce fece improvvisamente eco nei suoi pensieri. Non era una voce qualunque, era metallica e molto distorta, sembrava un loop preregistrato, non capiva cosa volesse dire, ma ad un tratto il suo disco di memoria supplementare, impiantatogli nel cervello dai portatori di morte, si accese e dentro vi si scarico un’ immagine, era una mappa che conduceva nella periferia della città e su questa vi era scritto: ” Qui troverai la risposta che stai cercando, trovalo”. A chi si riferiva con quel trovalo? Qualunque sia questa cosa, deve sapere o conoscere chi c’è dietro l’attentato e senti un bisogno urgente di indagare. Una volta rinsavito, Berckindale tornò dai suoi compagni, disse di non sentirsi bene e svenne. Si risvegliò al suo quartier generale, in infermeria. Il medico gli disse di non non avere idea di cosa abbia causato la sua perdita di conoscenza, gli ha solo raccomandato di cominciare a smetterla con l’alcol, come gli ripeteva ogni volta e gli consigliò inoltre di starsene a riposo per un po’. Una volta annuito Berckindale si avviò verso casa e una volta fattosi la doccia, decise di ignorare completamente il medico e di investigare sulla mappa, dopo essersi vestito prese il suo amato antidolorifico liquido, il whiskey e si diresse dove lo portava la mappa, verso la periferia cittadina.

    Il resto della storia purtroppo la conosciamo già, non sappiamo le sorti del povero Berckindale ma speriamo solo di poterlo rivedere al piu presto.

    Grazie della lettura miei cari lettori e ricordatevi.

    Stay offgrid.

    Un’abbraccio.

    -Grey

  • Fizzy e la FizzyCola.

    Il logo della Fizzy Cola

    La FizzyCola è la bevanda più popolare di BlacklightCity. Non si conoscono esattamente tutti gli ingredienti ma sappiamo che: è altamente zuccherosa, frizzante, ha un colore viola acceso e se esposta alla luce nera diventa fosforescente.

    La società: “FizzyCola Company”, fu fondata da Fizzy Anderson nel 2820 che dopo aver preso la laurea con il massimo dei voti in Biochimica e Scienza alimentare all’unviersità di Blacklightcity, si è subito adoperata nel far avverare il suo sogno, quello di creare la bibita migliore di sempre.

    Fizzy sin da subito fu ben voluta dalla popolazione, il suo aspetto dolce e rassicurante, i suoi capelli rosso acceso e i suoi occhi innocenti riempivano di felicità i cuori di tutti. Il suo successo superò qualunque più rosea aspettativa. La sua immagine contrastava appieno con l’atmosfera cupa e violacea che si respirava ad ogni angolo di strada. Questo fece di lei la più grande icona che BlacklightCity avesse mai avuto e in un attimo da umile neolaureata livello 2, Fizzy è diventata, scavalcando il livello 3, direttamente il terzo membro dei livelli 4.

    Molti provarono ad indagare su come abbia fatto a compiere un impresa così impossibile, ma nessuno si è mai avvicinato a scoprire la verità. Chiunque tentava, spariva improvvisamente, senza lasciare traccia.

    Noi di Offgrid sappiamo cos’è realmente accaduto. Fizzy, come molte persone, è ossessionata dal potere e dal controllo, ma la sua intelligenza è stata la sua chiave di volta. I suoi spot, la sua bevanda, il suo modo di apparire al pubblico è tutto studiato da lei nei minimi dettagli. Per battere i suoi rivali, Fizzy ha, per prima cosa, inserito nella bevanda una sostanza da lei scoperta, essa rende dipendente chiunque dopo aver ingerito un totale di 250 ml di bevanda, ovvero 1 una singola lattina. Dopodiché grazie ai suoi spot altamente manipolatori e al costo più competitivo rispetto alla concorrenza, è riuscita a fare il lavaggio del cervello a quasi tutta la popolazione. Uno ad uno anche i più abbienti della popolazione caddero nella sua trappola zuccherosa. Tutto questo l’ha resa estremamente ricca e potente molto velocemente. Grazie alle sue conoscenze nelle alte sfere, infine è riuscita a fare l’impossibile, ovvero, diventare la donna più influente e potente che BlacklightCity avesse mai avuto.

    Fizzy è una donna affascinante e misteriosa. Nonostante sia nata più di un secolo fa, il suo aspetto è rimasto congelato nel tempo, fermo esattamente a quando fondò la sua azienda. Nessuno ci fa caso, grazie al suo cocktail aromatizzato al lavaggio mentale, può controllare i pensieri e la volontà di tutti, quindi nessuno sospetta che lei possa invecchiare. Un nostro agente sotto copertura però è riuscito a scoprire qualcosa in merito alla bellezza senza tempo di Fizzy. Subito dopo aver fondato la sua compagnia, lei da sola si mise subito alla ricerca di qualcosa, voci di corridoio indicano che non è uscita dal suo laboratorio per più di due mesi, ma il suo duro lavoro, ha dato alla nascita una strano liquido, il Dermex.

    Il Dermex, secondo i fascicoli trovati dal nostro agente, è una sostanza oleosa che se iniettata direttamente endovena, permette un ringiovanimento continuo. Più a lungo ci si sottopone al trattamento più si ringiovanisce, ma il processo sembrerebbe non essere piacevole, delle note scritte a penna sui fogli aggiungono :” il dolore è pari a farsi iniettare acido nelle vene”. Non è chiaro se il Dermex sia stato testato per l’uso a lungo termine, pertanto eventuali effetti collaterali sono ignoti. La sostanza non sembra mai stata resa di dominio pubblico, a quanto pare ne il popolo, i media o il governo ne è a conoscenza. Gli unici a sapere e ad averne accesso sono solamente l’Elite della società, i livelli 4.

    Fizzy è una donna molto potente e pericolosa, ma non preoccupatevi, noi di Offgrid la teniamo sotto d’occhio.

    Per oggi è tutto miei cari lettori, arrivederci e ricordate…

    Stay offgrid

    Un’abbraccio.

    -Grey

  • La luce

    In molti danno per scontato la luce, essa da forza, calore, felicitá, ci mantiene sia fisicamente che mentalmente. Che mondo sarebbe senza di essa?

    Nel 2828 un fascio di luce inondó la buia blacklightcity di stupore, fu così imponente e lucente che ogni angolo della cittá fu illuminato a giorno e tutti si rivolsero ad ammirarlo. Tutti erano in visibilio, ogni notiziario coprì lo scoop, le persone sorridevano, cantavano, parlavano! Fu una visione surreale, di norma la gente di Blacklightcity è molto riservata e menefreghista, ma per poco tornarono anche se per brevi attimi, ad essere socievoli, ad essere umani. Una volta finita la dolce visione tutti tornarono con una fredda immediatezza ad essere come prima, tristi, schiavi, automi.

    In molti si chiesero cosa successe.

    Noi lo sappiamo.

    HCT 0130

    Questo è il nome del livello 1 responsabile dell’accaduto, nessuno ha mai saputo né cosa o per quale motivo lui l’abbia fatto, ma fortunatamente noi di Offgrid siamo venuti in possesso dei suoi audiodiari. Quindi chi meglio di lui può spiegare l’accaduto.

    Ecco a voi le trascrizioni:

    |Registrazione1: Prova-Prova…. Sembra stia registrando….. mi chiamo HCT 0130, sono un livello 1.

    Non so quanti anni ho, dove sono nato e neanche chi sono i miei genitori, ho sempre vissuto qui, in questa stanza. Quattro mura bianche e un tetto è tutto cio che vedo ogni giorno, da quando mi sveglio a quando vado a dormire. Non dormo bene la notte. Ultimamente sogno delle mani che mi prendono per il collo e mi stringono fino a soffocarmi, sono molto simili alle mani che vedo spuntare dalla porta quando loro mi portano qualcosa… tutto ciò che conosco è racchiuso in alcune cassette che l’ I.S.B. (L’istituto scolastico di Blacklightcity) mi mandó quando ero ancora piccolo, non so da dove provengano ma per ascoltarle devo usare uno strumento chiamato :”Walkman”, non ci sono scritte su di esso soltanto un triangolino, un quadratino e uno con due triangolini sui pulsanti niente più.

    Su queste cassette ho imparato a solo a parlare, nulla altro, ogni tanto nelle registrazioni accennano a delle lettere, ma non so di cosa stiano parlando, a volte me le immagino, ma non saprò mai la verità. Ho imparato anche la storia della nostra città, dicono che tanto tempo fa fu salvata dal collasso dal nostro:” Unico e magnifico salvatore, Icarus”. Chissà com’è fatto…

    |Registrazione 2: la mia stanza, non è molto grande, saranno più o meno 2 gambe e mezza per 3 e mezza. Ad un angolo ho il mio letto, a quello opposto ho un buco dove andare al bagno.

    Il posto è davvero molto pulito, viene costantemente mantenuto da alcuni bracci luccicanti che spuntano dalle pareti. Vicino la porta, c’è un tubo che ogni 6 ore emette un forte suono e sputa una pappa di colore rosa con delle pasticche rosse dentro, loro la chiamano il :”Il composto”. Mi dissero di mandarla giù senza masticare non so cosa vi è dentro… Questa cosa non mi è mai piaciuta…

    Ogni tanto mi viene da pensare perchè sono qui dentro, in quel momento mi viene da respirare molto velocemente e sento una forte pressione al petto. Loro mi hanno detto di stare tranquillo, che non è nulla, è completamente normale che succeda. Per farmi stare meglio mi hanno dato una doppia porzione di composto, non voglio prenderla…

    |Registrazione 3: Da un po’ di tempo sto buttando le pasticche rosse del composto nel buco dove vado al bagno e stranamente ora sto meglio! Riesco a dormire che bello! Però sto cominciando a sentire una voce dentro di me che mi dice :” Esci! Esci! Scappa!”. Chissà da dove proviene, sarà che sto impazzendo?

    |Registrazione 4: Oggi è successa una cosa davvero insolita, è arrivata una strana cassetta rossa per il Walkman, di solito sono trasparenti, il che mi ha incuriosito. Non ho visto nessuna mano che la portava perchè dormivo. L’ho ascoltata ed una voce squillante mi ha detto che tutto quello che so è una menzogna e se voglio scoprire la verità devo fuggire e trovarla, il tutto era mascherato da una serie di suoni che mi hanno fatto girare la testa. Credo sia il caso di riascoltarla, voglio sapere di più…

    |Registrazione 5: Non so cosa è accaduto, mi sento sveglio vispo e pieno di energie! Ho ascoltato la registrazione parecchie volte, non riuscivo a smettere! La curiosità mi sta corrodendo, devo uscire, devo trovare quella voce, sento la rabbia salire, devo uscire, devo uscire, DEVO USCIRE! BASTA COMPOSTO ROSA, BASTA MENZOGNE!

    -Rumore di porta che si spalanca-

    E VOI CHI SIETE?, FATEMI USCIRE!, LASCIATEMI! LASCIATEMI, FERMATEVI BASTA!

    -Qualcosa viene sbattuto a terra seguito da rumore di circuiti che friggono-

    LBERTA! VIENI REGISTRATORE ANDIAMO!

    Qui è tutto buio! è la prima volta che esco e… ci sono tante porte in fila l’una con l’altra come la mia… Non capisc…

    FERMO TORNA NELLA TUA STANZA!

    MAI!

    -Rumore di ripetuti spari-

    |Registrazione 6: Sono riuscito a fuggire e a nascondermi, mi stanno cercando, ma ho un piano… se faccio saltare il generatore di corrente, dovrei riuscire a scappare, ho osservato le guardie, credo di poter azionare l’autodistruzione. Adesso c’è solo una guardia è ora di agire. Aspettami qui registratore…

    -Rumore di colluttazione seguito da altro sfrigolio elettronico-

    Bene credo di poterci riuscire, ho trovato la chiave magnetica che serve ad avere accesso al pannello degli strumenti.

    |Registrazione 7:

    -Grande rumore statico e di allarme in sottofondo-

    CI SIAMO! CI SONO RIUSCITO! IL GENERATORE SI STA SOVRACCARICANDO…LO SENTI QUESTO SUONO REGISTRATORE?…………È IL SUONO DELLA LIBERTÀ, È ASSORDANTE E MINACCIOSO, COME LO IMMAGINAVO! CI SIAMO, CREDO STIA PER ESPLODERE! STA TREMANDO TUTTO, LA LUCE MI AVVOLGE, LA SENTO NELLE OSSA, FINALMENTE CONOSCERÒ POTRÒ GUARDARE TUTTI DALL’ALTO…..

    -Il frastuono si fa assordante, a malapena si sentono le parole-

    VOCE ASPETTAMI! TI TROVERÒ… ADDIO REGISTRATORE! CI VEDIAMO IN ALTO DOVE LA LUCE DOMINA SU TUTTO.

    -Rumore di esplosione distorto dai limiti del microfono-

    Qui miei cari lettori purtroppo si concludono le registrazioni ma noi di offgrid sappiamo come è andata a finire. Le sorti di HCT sono incerte, c’è chi dice di averlo visto scappare nel deserto, altri invece lo danno per spacciato e lo celebrano come martire.

    Noi sappiamo la verità ma non possiamo darvi la risposta, essa sta a voi trovarla.

    Per oggi è tutto cari lettori. Arrivederci e ricordate…

    Stay Offgrid

    -Grey

  • Strani avvenimenti

    Jonathan, 25 anni, livello 2, scrive:

    |Ciao Grey, mi piace il tuo blog! Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno! Io lavoro per un’azienda chiamta: “Fizzy cola”, mai sentita nominare? Ahaha scherzo! Tutti la conoscono, volevo contattarti perchè in azienda, ogni tanto, i rubinetti dell’acqua scoppiano e schizzano vapore bollente in tutto l’ufficio. Molte persone ne sono rimaste anche gravemente ustionate! Qui in ufficio si vocifera che degli esseri mostruosi si aggirano nelle fognature della città e che al loro passaggio lascino un calore immenso, tanto da far evaporare qualsiasi liquido istantaneamente. Secondo me sono solo delle sciocchezze da bambini, te cosa ne pensi? Hai mai visto qualcosa di simile?|

    Mio caro Jonathan, grazie di avermi scritto. Posso dirti solo una cosa, si, ne so qualcosa. I tuoi colleghi ci hanno quasi colto in pieno.

    Leggenda narra che esistono degli esseri a cui anni di esperimenti militari hanno donato loro, una pelle o meglio una pelliccia costituita interamente da fiamme.

    Sono esseri con capacità intellettuali alla pari dell’uomo. Essi vagano in lungo ed in largo senza sosta per la città causando: incendi, danni a tubature e persone ed allucinazioni. Qualche anno fa un povero gentiluomo, di classe 2, fu trovato morto in un vicoletto vicino il distretto 13, non vi era presente alcun tipo di liquido nel suo corpo, nemmeno il sangue, ogni organo era raggrinzito come se fosse stato esposto direttamente al calore di una stella. Lui fu il primo caso di omicidio attribuito a loro.

    Non ho mai avuto l’onore di trovarmi faccia a faccia con una di queste bestie, ma sono certo di una cosa. Esse hanno uno scopo, quale sia però è un segreto, nessuno lo sa, o quasi…

    Spero di aver dissetato la tua sete di sapere, grazie ancora di avermi scritto e ricorda Jonathan, stay offgrid.

    -Grey