Vittoria

Orecchie che fischiano, il sapore ferroso del sangue in bocca, le urla, il dolore, le lacrime. Un attacco improvviso e gli uomini erano impreparati, per lo squadrone Lancer 17 di Blacklightcity non c’è stato scampo. Sono stati spazzati via in pochi istanti, un’orda di bestie corazzate li ha attaccati dal sottosuolo, è stata una carneficina.

L’unico ad essersi salvato è stato Yosif, non sapeva neanche lui come, ma è riuscito a scamparla. Si sentiva l’uomo più fortunato della terra. Accanto a lui giacevano i resti dei suoi compagni, era uno spettacolo ripugnante, gole tagliate, braccia mozzate e altre cose che agli occhi di Yosif non sembravano essere possibili. Passò qualche minuto prima che egli potesse riprendere a camminare, tanto era lo shock, tutto questo non te lo insegnano se sei un misero livello 1, devi accettare il tuo destino, fare da esca. Mentre tu vieni maciullato dai mostri, i livelli 2 stanno belli belli ad aspettare che lo scontro sia quasi finito, per poi piombare come sciacalli sui mostri ormai indeboliti.

Il terzo piano della scala sociale di B.City opta per questa strategia al fine di sfoltire i livelli 1, considerati come un ammasso di sanguisughe, poiché mantenuti, seppur malamente, dai soldi dei contribuenti.

Yosif sapeva che ciò non era giusto, nonostante le cassette dell’ISB che loro lo costringono ad ascoltare. Si sente abbastanza intelligente, visto la media dei suoi compagni che a malapena riusciva a prendere in mano la lancia, lui si sentiva una spanna sopra di loro e sapere questo lo rincuorava. Solo che adesso era lì, in piedi, in silenzio, nel mezzo del campo di battaglia, vulnerabile. Tanti pensieri e poche azioni.

All’improvviso un suono profondo, gutturale, un lamento. Yosif si mise alla ricerca della fonte. Dopo una lunga occhiata vide qualcosa muoversi sotto una pila di corpi. Li spostò uno per uno, fino a che, con suo grande stupore, si accorse che il gemito non proveniva da un compagno bensì da un essere Umaha; un nemico.

La creatura era umanoide e si presentava molto robusta, all’incirca più alta di lui quindi più di 1.80m, aveva delle placche che gli proteggevano torace e schiena e delle scaglie affilate spuntavano da ambo le braccia, la faccia era grottesca, la mascella era sproporzionata rispetto al cranio e sporgeva, donando all’essere un’aria minacciosa ma da ebete. Una volta estratto l’essere, Yosif si mise a controllarlo e trovò la causa del dolore, una lancia al plasma gli era finita nello stomaco, trapassandolo; non sapeva che fare, era un nemico, ma non si sentiva di lasciarlo morire così, quindi cercò di comunicare con la bestia, che era semi-cosciente.

-Hey! Parlami! Capisci quello che dico? –

La bestia apri del tutto gli occhi e guardando Yosif in volto scattò in piedi, liberandosi dalla presa leggera che lo sorreggeva e si allontanò di qualche metro, manteneva sempre lo sguardo fisso su Yosif. Sembrava spaventato ma allo stesso tempo iracondo.

-Tranquillo non ti farò del male! Io mi chiamo Yosif e tu?-

La bestia rimase lì a guardarlo, in piedi, stava valutando la situazione, faceva fatica a riflettere, la lancia nello stomaco non era d’aiuto.

-Io A-M-I-C-O disse lentamente Yosif.-

La bestia mutó il suo sguardo, adesso sembrava meno spaventato, però i suoi occhi proiettavano sospetto. Dalla reazione sembrava in grado di capire il linguaggio umano.

-Gronk Youkaka!- Disse l’essere ansimando esausto. Cercando di capire se l’umano potesse capirlo.

Yosif non sapeva cosa volesse dire, quindi allungando le braccia dal basso cominciò ad avvicinarsi cercando in qualche modo di rassicurare l’altro e con lo sguardo di carpire ogni suo movimento.

-GRONK YOUKAKA!- Urló l’essere indietreggiando. Forse vorrá dire “stai indietro?” Pensó Yosif.

L’umanoide si era accorto della lancia che Yosif portava a tracolla ed era quasi pronto ad attaccare.

Yosif si fermò percependo guai, estrasse la lancia, premette il pulsante di sgancio e un forte brusio elettrico circondò l’ambiente circostante, il colore blu acceso quasi lo accecava, era uno strumento molto bello da vedere ma micidiale come arma, un essere umano trafitto da essa morirebbe all’istante ma il mostro non era del tutto umano. Yosif strinse la lancia tra le sue mani e si mise in posa da combattimento.

Entrambi i guerrieri si studiavano, l’uno cercando di captare ogni singola contrazione dell’altro.

La bestia decise di andare per primo, fletté le ginocchia, fece un gran respiro, si sporse in avanti e si lanciò con la forza rimanente contro Yosif prendendolo.

Yosif venne scaraventato a qualche metro di distanza sbattendo la testa, la concussione era forte, non riusciva a concentrarsi, gli girava la testa, cosa diamine gli era successo? Qualche battaglia fa si sarebbe rialzato senza neanche un graffio e adesso invece a malapena riesce a reggersi in piedi.

Mentre pensava ciò, si accorse che l’essere sembrava essersi dileguato. Rasserenato da ciò, espirò profondamente e si mise ad imprecare contro se stesso.

Mentre era impegnato nel suo torpiloquio, un rumore simile a quello che aveva sentito prima lo fece tremare.

-Allora non è finita- pensò Yosif, che non del tutto sicuro di se stesso si avvicinava verso la sorgente del rumore. Trovò ancora l’essere stavolta boccheggiante, stramazzato, esausto, aveva usato tutta la sua forza, ma a causa della lancia infilata nello stomaco lo aveva colpito di striscio.

Yosif guardo l’essere, che guardandolo a suo volta chiuse gli occhi, rilassando il volto, sapeva di non poter fare altro, la sua espressione era passata dall’ira alla rassegnazione.

-Ugi Turmanak…- bisbigliò l’essere, forse voleva il colpo di grazia.

Yosif rimase li a guardarlo, incerto sul dafarsi, dopotutto non c’era nessuno a dargli ordini, poteva fare tutto cio che volesse. Rilassò i muscoli, spense la lancia e la lasciò cadere a terra.

L’essere riaprì gli occhi, confuso.

-No, da oggi faccio quello che voglio, sto combattendo una guerra e mi stanno usando come elemento sostituibile, per loro non sono altro che una miserabile pedina sacrificabile. Probabilmente sei nella mia stessa situazione- disse rivolgendosi all’essere.

-Tieni questi- disse Yosif lanciandogli dei kit di stabilizzazione, per fermare l’emorragia. -Cavatela da solo, se c’è un briciolo di intelligenza dentro la tua testa cerca di ricordarti quello che è successo oggi, noi umani non siamo cattivi, o almeno non tutti.-

L’essere rimase stupito, e anche se con quella sua faccia da cavernicolo non faceva intravedere molto, Yosif capì.

Malconcio e zoppicante, Yosif si sentiva rallegrato, aveva fatto una buona azione, non avrà anche quel mostro sulla coscienza. Sapeva di non poter tornare a B.City, lo avrebbero rinchiuso per non si sa quanto tempo, o peggio lo avrebbero donato come soggetto test alla TRP, che sarebbe molto peggio.

Quindi si decise, avrebbe speso il resto della sua vita nel deserto, una vita senza lusso, ma d’altro canto sempre migliore della sua precedente.

Diede un’ultima occhiata all’essere prima di andare, lui era ancora li che lo fissava, Yosif gli sorrise, si incamminò e piano piano la sua figura; la sua vecchia vita scomparve nell’orizzonte.

Non sappiamo cosa n’è stato di Yosif, stiamo installando delle antenne nel deserto, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo, dei predoni continuano a saccheggiare le nostre provviste e non riusciamo a capire da dove provengano, c’è chi dice che siano un gruppo altamente organizzato, in una città completamente schermata dai nostri radar, c’è invece chi dice che siano solo delle tribù di predoni e nulla più, ma voi credereste a queste voci di corridoio?

A presto cari Lettori e nel frattempo ricordate, Stay Offgrid.

Un saluto.

Grey

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